Ci rituffiamo oggi nell’amarcord biancorosso con un personaggio che partendo da Savona è arrivato ai vertici della pallanuoto internazionale in un ruolo non facile come quello dell’arbitro: Carlo Salino.
Un magico traguardo raggiunto da questa società, trent’anni di serie “A”, sempre sulla cresta dell’onda!
Una avventura iniziata negli anni quaranta, grazie ad un gruppo di giovani entusiasti di questo sport acquatico che una volta si giocava per lo più in mare, fiumi e laghi.
Il nostro Savona, le sue partite le giocava a mare, nel porto di Savona, davanti ai Bagni Miramare, area poi occupata dalle Funivie.
Nella squadra di quei tempi faceva parte un personaggio importante per la crescita e lo sviluppo tecnico ed agonistico che arriva ai giorni nostri.
Giovanni SELIS, il “Doc”, che con la sua ineguagliabile carica agonistica ed amore per la pallanuoto, prima si adoperò con noi, spronandoci ed insegnandoci il rispetto per lo sport e per gli avversari di turno e poi dopo grandi lotte per la costruzione della piscina di P.le Eroi dei due Mondi, la Sua lungimiranza ed interesse esclusivo per i giovani fece sì che affidasse le giovani leve a Claudio Mistrangelo.
Con questa decisione, si posero le basi per quella crescita esponenziale che ha portato la RN Savona dalla serie “C” alla serie “A” Nazionale, a vincere scudetti, Coppe Italia, Coppe Europee ed a sfiorare la vittoria nella Coppa dei Campioni.
Non vorrei sembrare retorico, ma, il vivere quasi quotidianamente a contatto con un Uomo, pardon un Grande Uomo, che ha sempre dato tutto se stesso per gli altri e che ha insegnato molto a tutti noi, è stata una esperienza magnifica ed indimenticabile.
Esperienza che mi è tornata molto utile quando ancora da giocatore avevo iniziato ad insegnare a giovani leve della RN Albissole e poi smesso i panni di giocatore ed istruttore/ allenatore cominciai la mia carriera di Arbitro. Attività che mi permesso di fare una grande esperienza in allenamenti sostenuti dalla RN SV con squadre Italiane e Straniere di elevata qualità tecnica che ha fatto sì che potessi fischiare allenamenti simili a partite di Finali Italiane ed Europee a cui sarei poi arrivato successivamente, e se sono arrivato in soli quattro anni di attività in serie A , sicuramente è dovuto anche a queste esperienze in vasca a Savona, sotto la pioggia e talvolta neve senza citare il forte vento sempre presente, attività che mi ha anche permesso di diventare il primo Arbitro di Pallanuoto Savonese a calcare i bordi vasca Internazionali.
Un’ultima annotazione, a conferma che proverbi e detti popolari hanno un fondo di verità e che “Chi trova un amico trova un tesoro”, posso affermare che negli anni trascorsi in acqua per allenamenti e partite ho conosciuto e “trovato” un Amico Fraterno con cui dopo anni e anni il nostro rapporto di amicizia si perpetua immutabile, Gianni “Bubu” Buscaglia.
Vorrei complimentarmi ancora per questi 30 anni vissuti sempre sull’onda del successo ed urlare un Grande in Bocca al Lupo per i prossimi 30 anni, con i migliori successi.
Carlo Salino
(Nella foto in alto Carlo Salino fotografato nella pisicna di Riad in Arabia Suadita).
Gli sport di squadra sono stati spesso definiti come una guerra simulata. Della guerra hanno la contrapposizione di gruppi per la vittoria, la preparazione fisica, psicologica, tattica allo scontro, lo studio dell’avversario. Simulata perché regolata da norme che fissano e limitano in maniera precisa ciò che è lecito e ciò che non è lecito fare per vincere. Se ciò non fosse basterebbe bloccare il pullman degli avversari, corrompere gli arbitri, accordarsi per la vittoria … tutte cose che sono, purtroppo, accadute, accadono e accadranno, ma che sono la morte dello sport.
Regole quindi: discutibili, discusse, migliorabili, ma, finchè ci sono, da rispettare. E, infatti, sul campo se ne contesta solo l’interpretazione. E per interpretarle correttamente ci vuole un arbitro. Quindi, la figura dell’arbitro, spesso contestata, è, come le regole, indispensabile.
Carlo Salino è un arbitro. Ha giocato con me negli anni ’70 da arcigno difensore, allenato le giovanili della Rari per qualche tempo, una società ora scomparsa di Albissola per qualche anno, ma tutto questo quasi non me lo ricordo. Perchè me lo ricordo come se fosse stato arbitro da sempre.
Anche lui ha ricevuto nella sua grande carriera la sua buona dose di critiche, (se lo contesti ti ammazza, se gli fai una faccia sei rovinato …), ma tutti gli hanno dovuto riconoscere sempre grande preparazione, assoluta serietà, totale indipendenza di giudizio, conoscenza profonda del regolamento: lui ha vissuto e vive l’arbitraggio come altri il mestiere di allenatore o il ruolo di giocatore, dilettanti che si comportano come professionisti.
Averlo agli allenamenti significa alzare il livello dell’allenamento, imparare ad essere disciplinati, avere una conoscenza più profonda del regolamento e … non fare le facce. Non sempre i giocatori sono contenti, l’allenatore sì.
Grande stima tra noi, ma non amicizia. Troppo duri, troppo narcisi, troppo uomini che non devono chiedere mai perché ci fosse amicizia. Anzi, io spesso ho sospettato che lui (ed i suoi allievi perché come me ha messo su coorte, da Savarese a Rovida) ci fischiasse un po’ addosso, a noi del Savona, durante gli allenamenti con Nervi, Camogli, Recco … così da far risaltare la sua specchiata autonomia.
Insomma, da una parte non si chiedeva nulla, dall’altra non sarebbe stato concesso nulla. E così Savona non ha potuto replicare quel modello, altrove praticato, che prevede gli arbitri locali come parte integrante di una società. Tanti anni fa un giocatore dell’est, esordiente con il Savona nel campionato italiano, la sera prima della parta mi chiese: “Qual è il nostro arbitro ?”. Io, cadendo dalle nuvole: ” Nessuno dei due !”. E lui , serafico: “Allora sono tutt’e due loro ? !”.
Caro Carlo, forse un po’ narcisi, sicuramente fessi, ma quanto è meglio così.
Claudio Mistrangelo