La Rari ed il pulmino

Direttamente dall’Algeria, dove lavora, ci arriva il divertente ricordo di Adriano Petronelli.

Partiamo dalla fine: adesso lavoro in Fincantieri e sono distaccato in Algeria ad Orano, città bellissima. Cosa c’entra? Tutto c’entra, vedrete.

Scuola Rari: a 15 anni, esci di scuola all’una per andare in piscina, poi alle tre arrivi a casa per fare i compiti e alle sei devi ritornare in piscina; tutti i martedì aspetti alle cinque il pulmino guidato da Crapiz che ti porta a Voltri a giocare con la Mameli di Lello Steardo (mi prendono ad Albisola vicino al casello); il giovedì stesso giro ma si va a Recco dove c’era ancora Pizzo, o a Camogli, e si torna alle 11 di sera. I più fortunati vanno in macchina col Capo (è così che abbiamo sempre chiamato Claudio), ma sono i “senatori”: Andrea già olimpionico, Fulvio per anzianità (e quando c’è: è medico), Adriano per carisma, Fabrizio (o rey, il re) per stile. Si va in giro perchè le vasche da 33 metri loro le hanno. Il pulmino è una bolgia, fra l’altro non sono sicuro che Crapiz abbia la patente ancora adesso, ma guidava lui, era fissato con i tempi di percorrenza e, quindi, era meglio chiudere gli occhi !

Rosco (Rolandi) è un attaccabrighe, è piccolo e cattivo, è sempre bello però averlo in squadra perché ti chiede sempre se qualcuno ti ha dato un calcio da vigliacco per sistemarlo lui. Chicco è l’apoteosi della pallanuoto: recupero sotto sforzo fuori dalla norma, strapotere fisico, attacco, difesa, infatti il Capo è l’unico che non fa mai uscire: la migliore di Chicco alla Crociera di Sampierdarena, è dietro al migliore giocatore del mondo, Gianni De Magistris, che aveva scartato mezza Rari e lui gli toglie la palla da dietro che ancora adesso Gianni non sa come è successo ! La sfida memorabile è prima delle vacanze di Natale, quando il Capo fa fare la gara sui 100: il campione, O REY, è Fabrizio Falco non c’è dubbio, ma c’è un giovane nuotatore che in allenamento va forte, è sempre in Nazionale giovanile, tira col destro e col sinistro, ha un ciuffo nero ribelle, bel ragazzo, andavamo a scuola insieme, si chiama Flavio. O REY ha paura perché Flavio è in ascesa: 55 secondi manuali sui 100. Quel giorno in piscina c’era anche il pubblico (Silvia Robello, la sorella di Pisano e le innumerevoli parenti di O REY) e perdere lo scettro psicologicamente sarebbe stato devastante. La gara è un testa a testa incredibile, vince O REY ed esulta con un balzo fantastico sui blocchi di partenza e urla che è ancora lui: IL RE!

Il Capo se la ride psicologicamente, ha vinto anche lui: tutti siamo andati sotto il minuto sui 100. L’unico che faceva 10 volte i 100 invece della gara era Zunino, eppure non era lentissimo.

Bongo o Bronzo (Del Gaudio) aveva un tiro impressionante, avesse avuto la testa starebbe ancora giocando, ma era animalesco e in acqua una belva. Pier era in quinta Nautico che io e Flavio facevamo la prima e quando mancava il professore veniva con Taramasso a farci lezione in classe (all’epoca la parola bullismo non esisteva) e, poi, Taramasso era il figlio del Preside.

Per finire cito Andrea, la pallanuoto, stile classe, acquaticità, tiro, senso della posizione, difensore fantastico, mai cattivo, troppo forte e sicuro di sè per esserlo.

Cosa c’entra Orano? Tutti quegli anni a nuotare con questi campioni (e, scusate, se non li ho citati tutti e se volete vado avanti) a soffrire con loro, in trasferta con loro, a perdere e vincere con loro, ad ascoltare le teorie politiche del Capo o le ultime sulla ginnastica isometrica russa, a vederli laurearsi, crescere lavorare. Ecco Orano è come fare scioglimento dopo un allenamento col Capo.

Grazie Claudio, di cuore, anche se ero un po’ troppo il quattordicesimo !

P.S.: i nomignoli sono TUTTI BY CRAPIZ

Adriano Petronelli

(Nella foto in alto la formazione che militò nel Campionato di Serie A 1 nel 1982. Adriano Petronelli è il primo in basso da destra).

1982: la Rari in Serie A 1. Adriano Petronelli è il primo in alto da sinistra.
La Rari nel 1983. Adriano Petronelli è il terzo in basso da sinistra.